Ascoltiamo la parola di Dio dalla lettera agli Ebrei: “Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna”. Il testo sottolinea la forza redentrice del sangue di Gesù, del Suo sacrificio e del Suo sacerdozio. Egli, infatti, è entrato una volta per sempre nel santuario, segno del Cielo e della vita stessa di Dio. In Lui si sono riaperte le porte del Giardino che, a motivo del peccato dell’uomo, erano state chiuse. Gesù, risorto da morte, è il sacerdote eterno, Colui che come Pontefice della nuova ed eterna alleanza, è la Via che mette in comunione la terra e il Cielo, l’uomo e Dio, il tempo e l’Eterno. In Cristo si realizza in modo definitivo l’unione nuziale tra Dio e l’umanità, ovvero la salvezza del mondo.