Iniziamo, con questa domenica, il cammino del tempo di Avvento, un cammino gioioso e spiritualmente intenso che ci porterà alla celebrazione del Santo Natale.
San Paolo, scrivendo ai cristiani di Roma, li esorta così: Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce”.
Le parole dell’apostolo raggiungono anche noi e ci indicano il clima spirituale nel quale vivere questo tempo dell’anno liturgico. Il Signore viene a visitarci! Svegliamoci, pertanto, da quel sonno spirituale che rende tanto mediocre la nostra vita di fede.
Il Signore viene a visitarci! Indossiamo, pertanto, le armi della luce per vivere in radicalità di amore il nostro “essere di Gesù”.
San Paolo propone un invito che fa sintesi di tutto il brano: “Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo”. In realtà, si vive bene l’Avvento e ci si prepara bene al Natale nella misura in cui la nostra vita si radica sul Signore Gesù ed Egli diviene o torna a essere il centro vero della nostra vita. Lasciamo, dunque, che Egli rivesta la nostra vita, la abiti, ne divenga davvero il Signore.
Ricordiamo la parola di sant’Ignazio di Antiochia: “Nulla è meglio di Gesù Cristo”.
E ricordiamo anche la parola di Nicola Cabasilas: “La nostra mente e il nostro desiderio sono stati forgiati in funzione di Lui. Per conoscere Cristo abbiamo ricevuto il pensiero; per correre verso di Lui il desiderio, e la memoria per portarLo in noi”.
Rileggiamo un bel testo di sant’Ambrogio: “Si dèstino, non importa se è tardi, quanti si sono lasciati prendere dal sonno, e anche quanti hanno perduto Cristo. Cristo non si perde al punto ch’egli non torni più indietro – purché lo si cerchi – ma fa ritorno verso coloro che vegliano e si mostra a coloro che si destano; anzi egli a tutti è vicino, lui che è sempre dappertutto, perché riempie ogni cosa.
Egli non viene meno a nessuno, siamo noi che veniamo meno; a nessuno – ripeto – vien meno, sovrabbonda per tutti; infatti sovrabbondò il peccato, affinché sovrabbondasse la grazia. La grazia è Cristo, la vita è Cristo, Cristo è la risurrezione. Chi si desta, lo trova perciò presente”.