Giunti alla XXX Domenica del Tempo Ordinario, rimaniamo in ascolto della bella pagina del vangelo di san Luca, laddove Gesù racconta una parabola che ha come protagonisti due uomini che salgono al tempio.
Uno di loro, un fariseo, prega gloriandosi davanti a Dio. L’altro, un pubblicano, si batte il petto e, al Signore, domanda perdono. Il primo si fa forte di una sua pretesa giustizia e bontà. Il secondo è consapevole della propria miseria e invoca pietà.
I due protagonisti della parabola evangelica vivono anche dentro di noi. E l’opera della conversione, cui siamo chiamati, è anche questa: passare dal sentirsi giusti e salvatori di se stessi al sentirsi peccatori e bisognosi della salvezza che viene dal Signore.
Ecco perché l’umiltà sta al cuore e al centro della vita di fede.
Solo l’umile, infatti, sa aprirsi con fede e riconoscenza al dono della misericordia e può riascoltare con stupore e con gioia la parola di Gesù:
“Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”.
Meditiamo ancora la pagina evangelica con l’aiuto di Silvano del Monte Athos: “E’ cosa buona imparare l’umiltà secondo Cristo È possibile sfibrare il proprio corpo in poco tempo con digiuni: ma umiliare l’anima in modo che resti continuamente umile, questo non è facile né ci puoi riuscire in breve tempo.
Oh, come dobbiamo invocare il Signore, perché doni all’anima il Santo Spirito d’umiltà. L’anima umile ha una grande pace, mentre l’anima superba si tormenta da se stessa. L’orgoglioso non conosce l’amore di Dio e si trova lontano da Dio. Si insuperbisce perché è ricco, sapiente o famoso, ma ignora la profondità della sua povertà e della sua rovina, perché non ha conosciuto Dio.
A chi invece combatte contro la superbia, il Signore viene in aiuto, perché trionfi su questa passione. Affinché tu sia salvato, è necessario che diventi umile, poiché anche se si portasse con la forza un uomo superbo in paradiso, anche là non troverebbe pace e non sarebbe soddisfatto, e direbbe: “Perché non sono io al primo posto?” Ma l’anima umile è piena di amore e non cerca i primi posti, ma desidera per tutti il bene ed è contenta in qualsiasi condizione.
Per effetto dell’amore, l’anima desidera per ogni uomo un bene maggiore che per se stessa, e gode quando vede gli altri che sono più fortunati di lei, e si affligge quando vede che essi sono nella sofferenza.
L’anima dell’uomo umile è come il mare. Getta nel mare un sasso: turberà appena la superficie, e immediatamente affonderà. Così affondano le afflizioni nel cuore dell’uomo umile, perché la potenza del Signore è con lui”.