L’apostolo Paolo, scrivendo Timoteo la prima lettera, esorta il discepolo con queste parole: “Combatti la buona battaglia della fede”. È un’esortazione che ci riguarda da vicino, in un tempo nel quale avvertiamo che la fede è insidiata.
Eppure, proprio la fede, quella che riguarda il Signore Gesù, nostro Signore e Salvatore, Principio e Fine della storia, è il tesoro prezioso che siamo chiamati a custodire ogni giorno e, ogni giorno, ad alimentare con grande cura.
Combattiamo, pertanto, la buona battaglia della fede! Ci sia di aiuto la breve e incisiva invocazione che la Madre Anna Maria Canopi ripeteva spesso negli ultimi giorni della sua vita terrena: “Gesù caro, vieni in me, vivi in me, fammi vivere Te e donare Te. Amen.”
Oggi ascoltiamo un brano dal vangelo di san Luca, che conosciamo come “La parabola del ricco e del povero”. All’interno del testo troviamo una parola che ispira la nostra meditazione: “consolazione”. Al riguardo rileggiamo una bella pagina del beato Cardinale Newman: “Per esempio, considerate il testo: ‘Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.”
Queste parole sono abbastanza chiare (non si può negare) se sono rivolte ai ricchi del tempo del nostro Salvatore. Si osservi ora il valore pieno della parola ‘consolazione’. Essa viene usata in funzione di contrasto al conforto che viene promesso al cristiano nell’elenco delle Beatitudini.
Conforto, nella pienezza di quella parola, come quella che include l’aiuto, la guida, l’incoraggiamento e il sostegno, è la promessa peculiare del Vangelo. Lo Spirito promesso, che ha preso il posto di Cristo, fu da Lui chiamato ‘il Confortatore’. C’è dunque qualcosa di assai spaventoso in ciò che il testo lascia capire, cioè che coloro che hanno ricchezze ricevono con esse la loro parte, così come è, in pieno, invece del Dono celestiale del Vangelo.
La stessa dottrina è implicita nelle parole di nostro Signore nella parabola di Epulone e di Lazzaro: ‘Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti’.
Aspiriamo, dunque, alla Consolazione del Vangelo, che è il Signore risorto con noi, nostra vera Vita, disposti a perdere ogni cosa pur di non perdere Lui e il Suo amore.