Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Geremia: “Forse non potrei agire con voi, casa d’Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa d’Israele”. Le parole che Dio rivolge al profeta inducono alla contemplazione grata del mistero della vita: “Siamo nelle mani di Dio, siamo opera Sua”. Quelle mani sono mani amanti. Ecco perché l’immagine del vasaio che plasma l’argilla diviene una contemplazione grata e portatrice di pace. L’antico popolo si era dimenticato di questa verità e pretendeva di camminare da solo, come protagonista della propria vita. Per questo viveva l’amarezza dell’esilio. Quando si dimenticano le mani di Dio, si pretende di abbandonare quelle mani, l’unico triste destino è proprio l’esilio: da sé stessi, dalla vita vera.