Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Isaia: “Così dice il Signore: Da’ disposizioni per la tua casa, perché tu morirai e non vivrai. Ezechia allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore dicendo: Signore, ricordati che ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho compiuto ciò che è buono ai tuoi occhi”. L’accorato appello di Ezechia verrà accolto dal Signore che esaudirà la sua richiesta di vivere. La sua preghiera e le sue lacrime, segno di una preghiera che sale dal cuore, rimangono esemplari anche per noi. La nostra preghiera, infatti, è spesso fredda e senza cuore. Non appare una preghiera che sale dalle profondità dell’anima e rivolta a Dio con la confidenza di un grande amore. La preghiera gradita a Dio, invece, è come quella di Ezechia: una preghiera in cui il cuore dell’uomo parla al Cuore di Dio, una preghiera in cui tutta la nostra umanità si porta davanti a Dio senza finzioni, ma nella verità della propria vita, dei propri desideri, delle proprie paure, delle proprie gioie, del proprio peccato e della volontà sincera di aderire alla volontà di Dio.