In questa Domenica, la XIII del Tempo Ordinario, ascoltiamo un brano dal vangelo di San Luca.
Mentre cammina per la strada, si avvicinano a Gesù, in sequenza, tre uomini che manifestano il desiderio di seguirlo. Quello da loro espresso è un desiderio condizionato. Al primo Gesù ricorda “che il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” Ti seguirò – dice il secondo di loro -, “ma permettimi di andare prima a seppellire mio padre”.
Ti seguirò – afferma l’altro -, “prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia”.
L’insegnamento che ne deriva è chiaro e risuona sulle labbra del Signore, al termine del racconto evangelico: “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”.
La domanda che ne consegue per noi è altrettanto evidente: con quale immediatezza e slancio seguo ogni giorno il Signore? Ci si potrebbe, con altre parole, domandare: è davvero l’amore il clima abituale in cui vivo la relazione con Gesù e il motivo per cui aderisco senza riserve alla Sua volontà sulla mia vita?
Lasciamoci aiutare, nella riflessione e nella preghiera, da due grandi santi che, senza condizioni, hanno consegnato quotidianamente la loro vita all’amore del Signore.
Ascoltiamo, anzitutto sant’Agostino: “Quello che fa avanzare sulla via è l’amore di Dio e del prossimo. Chi ama corre, e la corsa è tanto più alacre quanto più è profondo l’amore. A un amore debole corrisponde un cammino lento, e se addirittura manca l’amore, ecco che uno si arresta sulla via, e se rimpiange la vita mondana, è come se volgesse indietro lo sguardo, non mirando più alla patria. Non giova che uno si metta sulla via e poi invece di camminare torni indietro. Se uno si è posto sulla via, cioè, fuori di immagine, si è fatto cristiano cattolico, e guarda indietro volgendo ancora il suo amore al mondo, non fa che ritornare là donde era partito”.
Ascoltiamo, ora, santa Teresa di Lisieux: “Soltanto la carità può dilatare il mio cuore. Gesù, da quando questa fiamma dolce mi consuma, corro con gioia sulla via del comandamento nuovo. Voglio correre in essa fino al giorno felice, nel quale potrò seguirti negli spazi infiniti cantando il tuo cantico nuovo, quello dell’amore”.