Ascoltiamo la parola di Dio dal primo libro dei Re: “Dopo che Nabot fu lapidato, la parola del Signore fu rivolta a Elia il Tisbita: Su, scendi incontro ad Acab, re d’Israele, che abita a Samaria; ecco, è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderne possesso. Poi parlerai a lui dicendo: Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi!”. Il profeta è inviato ad Acab, che ha peccato gravemente. La parola che gli viene messa sulle labbra è dura e non fa sconti; mette in luce il male compiuto dal re. Elia non si sottrae a questa parola, la fa riecheggiare nella propria voce mentre si rivolge ad Acab. Questi è il vero profeta: quello sulle cui labbra risuona la parola di Dio, sempre. Quando questa è dolce e consolante e quando, invece, è dura e tagliente. Elia con guarda alla propria sicurezza e al proprio comodo, alla propria popolarità e al proprio successo umano. Ascolta Dio e gli è fedele, annunciando la sua parola, che mortifica per donare la vita nella verità.