Pentecoste anno C
Celebriamo in questa Domenica la grande solennità della Pentecoste, ricordando la discesa dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente, riunita nel Cenacolo a Gerusalemme.
Ma il ricordo diventa anche opportunità di grazia, al fine di rinnovare oggi la nostra accorata supplica, perché lo Spirito del Signore ancora scenda con abbondanza sulla Chiesa e sulla vita di ciascuno di noi.
San Roberto Bellarmino, in un suo testo, ricorda gli effetti della presenza e dell’opera dello Spirito Santo: “Quando il fuoco divino, venendo dall’alto, incomincia a infiammare il cuore dell’uomo, le passioni subito diminuiscono e perdono la loro forza; il peso, da grave che era, si fa più lieve; e nella misura in cui cresce l’ardore, non è difficile che il cuore umano si senta così leggero da prendere ali come di colomba.
Fuoco beato, che non consumi, ma illumini; e, se consumi, distruggi le cattive disposizioni perché la vita non si spenga! Chi mi darà di essere avvolto in questo Fuoco? Un Fuoco che mi purifichi, togliendo dal mio spirito, con la luce della vera sapienza, il buio dell’ignoranza, l’oscurità di una coscienza erronea; che trasformi in amore ardente il freddo della pigrizia, dell’egoismo e della negligenza.
Un Fuoco che non permetta al mio cuore di indurirsi, ma col suo calore lo renda sempre malleabile, obbediente e devoto; che mi liberi dal giogo pesante delle preoccupazioni terrene e dei desideri terreni, e, sulle ali della santa contemplazione che nutre e aumenta la carità, porti il mio cuore tanto in alto da farmi ripetere col profeta: “Rallegra l’anima del tuo servo: o Signore, innalzo a te l’anima mia” (Sal 85, 4)”.
Ripetiamo, pertanto, con fiducia e perseveranza: “Vieni, Santo Spirito!”.
Egli sarà in noi quel Fuoco che fa ardere il cuore di amore per il Figlio Gesù.
Egli sarà in noi quella rugiada delicata che fa sperimentare la tenerezza del Padre.
Egli sarà in noi quella forza irresistibile che dona lo slancio nell’annuncio del Vangelo.