Ascensione del Signore anno C
Siamo giunti alla Settima Domenica di Pasqua e la Chiesa celebra la bella solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo. Nel Vangelo di san Luca ascoltiamo: “Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse”.
L’immagine usata dall’evangelista è molto suggestiva: Gesù benedice gli apostoli a mani alzate. Il grande sacrificio è compiuto e il Signore, sacerdote celebrante, oltre che vittima, benedice il popolo, trasmettendo ai discepoli gli effetti salvifici di quel sacrificio.
Come è bello, pertanto, il gesto benedicente di Gesù! Come è bello ogni gesto sacerdotale di benedizione! E’, infatti, un gesto che comunica salvezza, che comunica gli effetti benefici dell’amore di Dio.
Con l’aiuto di san Giovanni Crisostomo, continuiamo a meditare sul mistero dell’Ascensione di Gesù: “Abbiamo dunque in cielo il pegno della nostra vita: siamo stati assunti insieme con Cristo. E’ certo che saremo anche rapiti sulle nubi, se saremo trovati degni di andare incontro a Lui sulle nubi. Il reo non va incontro al giudice, ma è fatto comparire davanti a lui, e non gli si presenta mai, com’è naturale, in quanto non si sente tranquillo. Perciò, carissimi, preghiamo tutti per poter essere tra quelli che gli andarono incontro, sia pure tra gli ultimi”.
Ascoltiamo anche la riflessione di Madeleine Delbrel: “Se Cristo ci ha donato la vita eterna, è per viverla, manifestarla, celebrarla come il culmine di tutte le felicità, come la nostra beatitudine. Sono duemila anni che Cristo ha parlato del pane, della pace e della libertà. Ma ciò che egli ha portato sulla terra è qualcosa di più: ha portato la vita eterna. Ed è la vita eterna quello che noi con Lui, nella Chiesa, dobbiamo continuare a portare. La vita eterna, se non la doniamo noi, nessuno la donerà al nostro posto”.