Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Matteo: “Ed egli (Gesù) rispose: Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato! Giuda, il traditore, disse: Rabbì, sono forse io? Gli rispose: Tu l’hai detto”. Alla viglia del Santo Triduo Pasquale, ancora una volta rimaniamo in ascolto di un vero dramma: quello del tradimento di Giuda. Le parole usate da Gesù, al riguardo, sono molto forti. Ci fanno intendere la terribile gravità del peccato dell’uomo. Se non entriamo dentro la serietà tragica del peccato non possiamo poi rimanere stupiti e commossi per la grandezza della misericordia di Dio. Non si esalta la misericordia se si sottace la gravità della colpa. Anche il nostro peccato è sempre un terribile dramma. Ma la croce segna la vittoria dell’amore di Dio anche sul nostro peccato. L’Amore è più forte della morte.