Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: Costui è davvero il profeta! Altri dicevano: Costui è il Cristo! Altri invece dicevano: Il Cristo viene forse dalla Galilea?”. La divergenza di opinioni riguardo a Gesù, di cui ci parla il Vangelo, invita a riflettere. Chi è davvero per me il Signore? Tante possono essere le risposte, sia a livello teorico che concreto. Anche perché possiamo dire con le labbra che Gesù è per noi è Signore e Salvatore e poi vivere diversamente da questa verità affermata. In fondo, da come viviamo è possibile capire chi è per noi Gesù. Se Egli è davvero il Signore della nostra vita, allora tutto in noi deve portare la Sua impronta: l’intelligenza, il cuore, i sentimenti e gli affetti, il modo di pensaste, di giudicare e di amare. Tutto è Suo e noi siamo Suoi. Il nostro vivere è Lui!
Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Geremia: “Il Signore me lo ha manifestato e io l’ho saputo; mi ha fatto vedere i loro intrighi. E io, come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che tramavano contro di me, e dicevano: Abbattiamo l’albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome”. Ciò che vive il profeta è, in qualche modo, anticipazione di ciò che vivrà Gesù. In effetti Geremia annuncia il volto del Messia Salvatore non solo con la sua parola ma anche con la sua stessa vita. Guardando Geremia si può già intravedere Gesù. Questo ci commuove. Anche perché ci ricorda che là dove si rinnova l’esperienza dell’Agnello immolato, ovvero di una vita che porta il peso della sofferenza, soprattutto se ingiusta, si rende presente il mistero della salvezza. In ogni umana sofferenza, infatti, vissuta in comunione con Gesù, è nascosta una grazia che ha la forza di quell’Amore che è da Dio e che cambia il mondo.