Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Giovanni: “Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia”. Così si esprimevano gli abitanti di Gerusalemme, secondo il racconto evangelico. In quella gente, che pensava di sapere chi fosse Gesù, ci sentiamo un po’ rappresentati anche noi. Può accadere, infatti, di presumere di avere una conoscenza piena del Signore. Ma non è così, è così non può essere. Il volto del Signore è molto più bello di quanto possiamo arrivare a capire e vedere. Per questo la fede vera è sempre anche umile. Si compiace della verità ricevuta in dono, ma rimane aperta a una comprensione di essa sempre più profonda. Gesù è sempre nuovo, è la Vera novità che salva.
Ascoltiamo la parola di Dio dal libro della Sapienza: “Dicono [gli empi] fra loro sragionando: Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta”. Sentendo la parola “empi” la tentazione immediata è quella di non sentirsi interpellati da questa parola. In realtà chi di noi, almeno un poco, non è empio? Eccone le caratteristiche: empio è colui che, messo davanti alla propria colpa, reso consapevole del proprio peccato, non si mette umilmente sulla strada sella conversione, ma fa di tutto per mettere a tacere quella voce che gli è di rimprovero e che lo invita al cambiamento. Non è così che spesso anche noi ci comportiamo con la parola del Signore e con la voce della nostra coscienza, in cui quella Parola risuona? Chiediamo la grazia di non mettere mai a tacere quella voce che è Vera e, proprio per questo, è voce di Amore che salva e dona gioia.