Ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Luca: “Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui replicò: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”. Il dialogo tra Abramo e il ricco che, dagli inferi e tra i tormenti, intercede per i suoi fratelli, è altamente drammatico. Soprattutto perché dalle parole di Abramo si capisce che vi può essere una durezza di cuore e un’indisponibilità all’ascolto pressoché assolute. Forse non è il nostro caso. Però, tutti noi a volte siamo duri di cuore, indisponibili all’ascolto nei riguardi di Dio. Eppure non mancano i segni limpidi della Sua presenza d’amore, della Sua opera provvidente, della Sua paternità premurosa. Chiediamo la grazia di un cuore docile e aperto all’agire del Signore.
Ascoltiamo la parola di Dio dal libro del profeta Geremia: “Così dice il Signore: Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia”. Quelle ascoltate sono parole sempre attuali. Anche oggi. L’uomo, infatti, è spesso tentato di affidarsi alle sole proprie forze, pensando di poter avere tutto sotto controllo, immaginando che il futuro sia tutto nelle Sue mani. Quale stoltezza! Saggio, pertanto, l’uomo consapevole di essere nelle mani di Dio, che in Lui confida, capace di alzare sempre gli occhi e il cuore al Signore da cui sa di essere amato e custodito. Benedetto l’uomo che ricorda da dove viene, dove va, perché vive. Dio!