In questa domenica, con la quale termina il Tempo di Natale, la Chiesa celebra la festa del Battesimo di Gesù.
Nel racconto dell’evangelista Luca, al Battesimo ricevuto dal Signore fa seguito immediatamente il risuonare di una voce, quella del Padre: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
La voce, a sua volta, si accompagna a qualcosa che è accaduto subito prima: “Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo”.
La voce del Padre e l’apertura del cielo sono il segno di una comunicazione: quella che si è ristabilita fra Dio e l’uomo, tra il mondo di Dio e la storia umana. È l’alleanza eterna di amore, realizzata in Gesù e di cui Egli è annunciatore.
Ecco come sant’Agostino commenta il brano evangelico: “E chi sono questi cieli? Coloro che sono divenuti dimora di Dio. Se lo vuoi, anche tu sarai un cielo. Vuoi esserlo? Se non hai desideri terreni, sei un cielo. Se hai cominciato ad assaporare le cose di lassù, non sei forse divenuto un cielo? La tua dimora è nel cielo. Tutta la Chiesa è messaggera di Cristo: sono cieli tutti i fedeli che si preoccupano di portare Cristo ai non credenti e ciò fanno mossi da amore. State tranquilli! Li portate a uno che non deluderà quanti lo vedranno. E pregatelo affinché li illumini ed essi riescano a guardarlo per bene. Quanto a te, fa’ conto che tu abbia visto il sole. Se ti imbattessi in uno che (senza averlo visto) venisse a magnificarti lo splendore di una lampada, tu gli diresti: ‘Ma questa non è luce!’ Perché gli dici così? Perché tu conosci un’altra bellezza. Mi replicherai: ‘Ma io non la conosco’
Credi e vedrai. Può darsi, infatti, che tu non abbia occhi adatti per vederla. Forse il tuo occhio è malato. Prima di vedere, credi: così sarai guarito e riuscirai a vedere”.
Il Battesimo, che un giorno abbiamo ricevuto, ci ha resi cieli aperti sul mondo. Da allora, infatti, in virtù della nostra nuova identità di figli di Dio, siamo come vetrate luminose attraverso le quali filtra la luce di Dio, la Luce stessa che è Dio, bellezza e verità che salva dalle tenebre e dall’ombra di morte.
Fare memoria del nostro Battesimo significa anche fare memoria di questa straordinaria vocazione che Dio ci ha donato. Ricordiamoci di festeggiare con gratitudine e gioia la data del nostro Battesimo!