Saluto conclusivo di S. Ecc.za Mons. Guido Marini – 19.11.2021 *
Qualcuno ha detto, durante la presentazione, che sperava nel fatto che io fossi felice di essere qui. Io sono davvero felicissimo di essere qui in mezzo a voi questa sera, di aver condiviso insieme a voi momenti così belli, gioiosi e sereni.
Ho ascoltato con grande, grande interesse quello che avete raccontato delle vostre realtà e mentre vi ascoltavo mi è venuta un’immagine. Mi è parso come di entrare dentro un bellissimo giardino e via via di scoprire dei fiori stupendi. Io questa sera mi sento come un giardiniere che entra in un giardino bellissimo e si trova a contatto con dei fiori davvero straordinariamente belli. Ecco perché sono felice. Sono felice di essere in mezzo a voi che siete un bellissimo giardino, fatto di splendidi fiori.
Quello che desidero è stare dentro questo giardino, conoscerlo sempre meglio, stare accanto e avvertire il profumo che fuoriesce da ciascun fiore che nasce dentro questo giardino e coltivare, coltivare e curare, coltivare voi, curare voi, stare con voi, stare vicino a voi e insieme a voi vivere questa esperienza così bella di questo giardino fiorito, che poi, non dimentichiamolo, è il giardino del Signore, perché è Lui che fa crescere questi fiori stupendi. Vi lascio questa immagine. Le altre cose le abbiamo dette durante la Messa. È un’immagine che mi ha accompagnato durante questa serata e che spero possa aiutare anche voi.
Non dimenticatelo: io vi vedo così, come il giardino del Signore e dunque il mio giardino, come fiori bellissimi del Signore, quindi come miei fiori, con i quali voglio stare, con i quali voglio camminare, che porto nel cuore. Vi assicuro che desidero per ciascuno di voi dare me stesso, dare la mia vita perché la vostra vita possa ancora di più fiorire, ancora più essere bella, ancora più conoscere la gioia di vivere col Signore nella Chiesa. Questo è il pensiero che vi lascio.
Forse non potrò farlo proprio fisicamente, però davvero vi abbraccio tutti, con affetto grande, grande, grande. Non ce lo diciamo spesso ed è un peccato, ma dobbiamo prendere l’abitudine a dirlo e questa sera ve lo dico e ve lo ripeto, perché ve l’ho già detto anche prima della Messa e durante la Messa, sappiatelo: “vi voglio bene”, il vostro vescovo vi vuole bene. Ho sentito qualche voce che mi ha fatto piacere. Ricordate che se è importantissimo che il vescovo vi voglia bene, è anche importante che voi vogliate bene al vescovo, perché tutti abbiamo bisogno di essere amati e quindi amiamoci reciprocamente.
Concludo dicendo che, un poco alla volta, ma spero in tempi ragionevolmente brevi, di poter anche venire a incontrarvi nelle vostre realtà e dunque anche conoscervi più direttamente, là dove svolgete le vostre attività, dove portate avanti le vostre opere, dove vi formate e crescete nella fede. Quindi spero davvero presto di potervi incontrare.
Se capiterà di incontrarci da qualche parte, in qualche parrocchia, per strada mi raccomando: fatevi riconoscere! Fatevi riconoscere dicendo una cosa: “noi siamo i giovani della PEC”, che sarebbe P come Parola, E come Eucarestia, C come Carità. Se mi direte “siamo i giovani della PEC saprò dove vi ho incontrato”.
Bene, è l’ora di concludere e bisogna andare a dormire. Ringraziamo molto i nostri tre bravissimi, simpaticissimi […]
Grazie anche per il nostro complesso musicale che è stato così bravo, grazie a tutti coloro che hanno presentato, grazie a Don Cristiano, il nostro responsabile della Pastorale Giovanile.
Dobbiamo anche ringraziare una persona che è proprio brava e mi segue fedelmente e ha fatto tante cose anche per tutti noi: il fotografo, che è bravissimo (Luigi Bloise, ndr) […]
Concludiamo con la benedizione e poi facciamo una bella foto tutti insieme […] Diciamo prima insieme un’Ave Maria alla Madonna e poi chiediamo la benedizione. Ave Maria…
Io in genere faccio questo augurio prima di andare a dormire e cioè “serena e santa notte”.
*Trascrizione del testo a cura di Andrea Gaggioli