Ascoltiamo la parola di Dio dal libro dell’Esodo: “Quando si fu avvicinato all’accampamento, vide il vitello e le danze. Allora l’ira di Mose’ si accese: egli scagliò dalle mani le tavole, spezzandole ai piedi della montagna”. L’attesa del popolo alle pendici del monte Sinai si prolunga. Di Mose’ nessuno ha più notizie. Nell’accampamento si comincia a mormorare. Il vitello che viene costruito non è semplicemente un idolo materiale. È, piuttosto, il segno di una divinità che può essere gestita a piacimento dal popolo, a differenza del Signore del Sinai che appare libero e imprevedibile. La vicenda del vitello d’oro rappresenta la tentazione per l’umanità di sempre: sottrarsi al Dio vero per costruire un Dio a propria immagine, che non possa provocare al cambiamento del cuore e della vita, ma solo confermare le proprie attese e i propri desideri.