Meditazione – Dio ricco di misericordia (8)

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Meditazione – Dio ricco di misericordia (8)

Meditazione – Dio ricco di misericordia (8)

La misericordia di Dio nella missione della Chiesa

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“La Chiesa deve rendere testimonianza alla misericordia di Dio rivelata in Cristo, professandola pin primo luogo come verità salvifica di fede e necessaria a una vita coerente con la fede, poi cercando di introdurla e di incarnarla nella vita sia dei suoi fedeli sia, per quanto possibile, in quella di tutti gli uomini di buona volontà” (Dives in misericordia, 12).

Rendere testimonianza alla misericordia significa rendere testimonianza al Signore Gesù, proclamare la Sua parola di verità e di vita, annunciare la Sua morte e risurrezione che salva, attendere il Suo ritorno nella gloria. L’intero mistero di Cristo, infatti, è rivelazione della misericordia infinita di Dio. Parafrasando sant’Agostino, si potrebbe dire che in ogni parola e in ogni fatto della vita del Signore risuona un’eco particolarmente melodiosa, in cui ci è dato di riconoscere l’annuncio della misericordia.

Questa verità ci è dato di contemplarla e gustarla, con particolare intensità, in virtù della devozione al Cuore di Cristo. Devozione che, pertanto, ci riporta sempre al centro della rivelazione cristiana e nella più profonda intimità della vita di Dio. “Toccare” nella fede il Cuore di Gesù conduce all’esperienza della misericordia infinita di Dio e aiuta a non perdere mai di vista la nostra identità di figli amati e perdonati. Nel Cuore trafitto dalla lancia ognuno di noi avverte, con stupore, la gioia di essere al centro dell’interesse eterno di Dio. Allo stesso modo, in quel Cuore, per ognuno si rinnova la speranza, nonostante la consapevolezza del proprio peccato; si accende la carità, capace di dare risposta all’appello dell’Amore; rimane purificata ogni falsa immagine di Dio e il Suo Volto può risplendere in tutto lo splendore della Verità.

“Toccando” il Cuore di Gesù diventa più chiaro che ogni parola della Scrittura è parola dal Suo Cuore, ogni sacramento è segno efficace di grazia che proviene dal Suo Cuore, la Chiesa altro non è che il Suo Cuore pulsante nel tempo della storia. E noi sentiamo di essere inviati nel mondo per essere testimoni di quel Cuore, che ama senza misura gli uomini perché tutti siano salvati.

Come, però, divenire sempre più testimoni efficaci della misericordia infinita che scaturisce dal Cuore del Signore?

Abbiamo bisogno di rimanere a lungo in ascolto della parola di Dio. Solo l’ascolto prolungato e intenso di quella Parola può introdurci progressivamente nelle ricchezze del Cuore del Signore. Non dovremmo mai dimenticare l’insegnamento di san Gregorio Magno, che esortava a imparare a conoscere il Cuore del Signore nelle Sue parole (cf. Lettera a Teodoro).

Abbiamo bisogno di rimanere a lungo in adorazione dell’Eucaristia, dove il mistero della misericordia che salva è davanti ai nostri occhi per essere contemplato e assimilato. Il Cuore sempre vivo di Gesù batte nel mistero eucaristico, che dentro quel Cuore ci introduce perché anche il nostro ne assuma gli stessi sentimenti. Come un girasole, stando rivolto al sole rimane, per così dire, contagiato dal suo calore e dal suo colore, anche noi, allo stesso modo, stando davanti all’Eucaristia, siamo trasformati nel mistero della misericordia che lì adoriamo.

Abbiamo bisogno di vivere con fedeltà la celebrazione eucaristica, quando il sacrificio redentore non solo si rinnova per noi ma viene anche a noi e in noi come forza dirompente che ci trasforma in Colui del quale ci nutriamo. Scrive sant’Agostino, riportando un suo dialogo con il Signore Gesù: “Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me” (Confessioni Lib. 7, 10. 18).

Abbiamo bisogno di celebrare con frequenza il sacramento della Riconciliazione per fare esperienza della misericordia che si fa perdono. Ogni volta che ascoltiamo rivolte a noi le parole dell’assoluzione ci ritroviamo immersi nel Sangue che il Signore ha versato per noi sul legno della croce, segno quanto mai eloquente di un amore che non ha misura, che giunge fino alla fine, che è sempre più forte della morte. “La misericordia in sé stessa, come perfezione di Dio infinito, è anche infinita. Infinita, quindi, e inesauribile è la prontezza del Padre nell’accogliere i figli prodighi che tornano alla sua casa. Sono infinite la prontezza e la forza di perdono, che scaturiscono continuamente dal mirabile valore del sacrificio del Figlio” (Dives in misericordia, 13).

Abbiamo bisogno di dimorare nella comunione della Chiesa, Corpo del Signore, presenza della Sua misericordia nel mondo. “…la Chiesa professa e proclama la conversione. La conversione a Dio consiste sempre nello scoprire la sua misericordia, cioè quell’amore che è paziente e benigno a misura del Creatore e Padre: l’amore, a cui Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, è fedele fino alle estreme conseguenze” (Dives in misericordia, 13). Non c’è, pertanto, contraddizione tra l’appello alla conversione e l’annuncio della misericordia. La misericordia, infatti, conduce alla conversione e diviene esperienza viva nel cammino della conversione. È nella Chiesa che questa esperienza diventa realtà, che dona pace e che suscita meraviglia. È nella Chiesa che Dio appare a noi come “l’Amor che move il sole e l’altre stelle”, secondo la celebre espressione di Dante Alighieri (Divina Commedia, Paradiso, XXXIII, v. 145).

(testo di riflessione mensile per l’Apostolato della preghiera)