Ascoltiamo la parola di Dio dagli Atti degli Apostoli: “Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”. Nulla e nessuno può impedire a Pietro e a Giovanni di rendere testimonianza a Gesù risorto e di annunciare il Vangelo della salvezza. Non vi è difficoltà e neppure minaccia che riesca a intimorire gli apostoli. Proprio coloro che il giorno di Pasqua erano timorosi dei Giudei ora sono pieni di coraggio e di audacia. L’incontro con il Signore risorto ha cambiato loro la vita, donandogli quella forza e quell’entusiasmo che solo Dio può dare. Entriamo nell’esperienza degli Apostoli e chiediamo la grazia che possa essere anche la nostra. Il loro coraggio, la loro audacia, la loro forza, la loro gioia possano caratterizzare anche la nostra vita di fede.
Nel Vangelo di oggi, in pochi versetti, ritorna per due volte l’annotazione dell’evangelista Marco: “Non credettero”. Si riferisce agli apostoli che, di fronte all’annunzio della risurrezione, prima da parte di Maria Maddalena e poi dei due discepoli di Emmaus, rimangono increduli. Eppure, proprio a loro, il Signore affida, alla conclusione del racconto evangelico, la missione di proclamare il Vangelo in tutto il mondo. La Chiesa, fin dagli inizi, è questo mistero straordinario: un vaso di creta a cui è affidato un tesoro immenso. E proprio la povertà del vaso fa risplendere ancora di più la bellezza del tesoro. Così è per ciascuno di noi: poveri vasi di creta nei quali, per grazia, risplende la folgorante bellezza del Signore. Nella nostra piccolezza possa affermarsi sempre la Sua grandezza!+