Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella II Domenica del Tempo Ordinario.
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Giovanni: “Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: Che cosa cercate? Gli risposero: Rabbì – che significa Maestro – , dove dimori? Disse loro: Venite e vedrete”.
Il racconto dell’evangelista Giovanni, come è noto, si riferisce alla chiamata dei primi discepoli.
Nel testo possiamo osservare un dettaglio molto bello: accortosi che qualcuno lo sta seguendo, Gesù si volta, si mostra e interpella. L’iniziativa, pertanto, nel dialogo, è la Sua. Ascoltiamo, al riguardo, una preghiera molto intensa del filosofo danese Soren Kierkegaard:
“O Dio che ci hai amato per primo, noi parliamo di te come di un semplice fatto storico, come se una volta soltanto tu ci avessi amati per primo. E tuttavia tu lo fai sempre. Molte volte, ogni volta, durante tutta la vita, tu ci ami per primo.
Quando ci svegliamo al mattino e volgiamo a te il nostro pensiero, tu sei il primo, tu ci hai amati per primo.
Se mi alzo all’alba e volgo a te, in un medesimo istante, il mio animo, tu mi hai già preceduto, mi hai amato per primo.
Quando m’allontano dalle distrazioni, e mi raccolgo per pensare a te, tu sei stato il primo.
E così sempre. E poi, noi ingrati, parliamo come se una volta sola tu ci avessi amato così per primo!”.
Oggi siamo invitati a considerare il primato dell’amore di Dio, nella nostra vita, in generale, e nella nostra vocazione, in particolare: il Suo amore ci precede sempre, viene sempre prima. Talmente profonda è la gioia quando ci è dato di scoprire questa “precedenza dell’amore del Signore”, che possiamo fare nostre le parole infuocate di amore che scriveva san Vincenzo de’ Paoli: “Ricordatevi che noi viviamo in Gesù Cristo per la morte di Gesù Cristo, e che dobbiamo morire in Gesù Cristo per la vita di Gesù Cristo e che la nostra vita deve essere nascosta in Gesù Cristo e piena di Gesù Cristo, e che per morire come Gesù Cristo, bisogna vivere come Gesù Cristo”.
Nella preghiera reciproca, alla luce della parola di Dio, chiediamo la grazia di accorgerci, con gioia e stupore, dell’amore del Signore che sempre ci precede e, allo stesso tempo, di saper rispondere a questo amore con lo slancio di un amore fedele, capace di donarsi senza condizioni e senza ritardi.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido