Carissimi nel Signore,
in questa Domenica, la XXIV del Tempo Ordinario, rimaniamo in ascolto della parola di Dio dalla lettera di san Paolo ai Romani: “Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore”.
Per il dono della fede possiamo dire che “siamo del Signore”.
Viviamo, dunque, nell’intimità del Suo amore, sperimentando la gioia della Sua salvezza. Se siamo del Signore, viviamo e moriamo per il Signore. L’appartenenza a Cristo comporta la condivisione della Sua volontà. Portare il nome di Cristo significa vivere la Sua stessa vita. Ecco, allora, la pagina del vangelo di san Matteo, che oggi ascoltiamo.
Gesù, in risposta a una domanda di Pietro in relazione al perdono, racconta la parabola, nella quale un re regola i conti con i suoi servi. Il cuore della narrazione è proprio il perdono, la cui misura non è soggetta a condizioni, dal momento che nel perdono vissuto tra fratelli risplende la profondità inaudita e mirabile del perdono di Dio.
“Non ti dico – replica Gesù a Pietro – fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”. Dunque, alla “maniera di Dio”.
Se siamo davvero del Signore, secondo la parola dell’apostolo, allora la nostra vita diviene un riflesso della Sua e il nostro cuore si trasforma a immagine del Suo cuore.
Perdonare “fino a settanta volte sette”, vale a dire senza stancarsi mai, non è opera dell’uomo, ma opera di Dio che agisce nel cuore dell’uomo. La possibilità di andare oltre la misura di Pietro – “sette volte” – non sta nella semplice volontà umana, ma nella vita di Cristo accolta e custodita nella propria vita.
In tal modo il perdono e la misericordia, che risplendono nella parola e nei gesti dell’uomo, divengono annuncio del perdono e della misericordia del Signore.
Prolunghiamo la meditazione con l’aiuto di sant’Agostino:
“Anche voi, fedeli… perdonate dal fondo del vostro cuore tutto ciò che potete avere contro qualcuno.
Perdonate nell’intimo vostro, ove penetra lo sguardo di Dio.
Talora infatti l’uomo perdona con la bocca, ma conserva l’odio nel cuore;
perdona con la bocca a motivo degli uomini, ma conserva l’odio nel cuore perché non teme lo sguardo di Dio.
Rimettete veramente tutto ciò che avete ritenuto fino a questi giorni, rimettetelo almeno in questi giorni.
Non avrebbe dovuto tramontare il sole sopra la vostra ira, eppure sulla vostra ira sono passati già molti soli!
Passi una buona volta anche la vostra ira…” ( Discorso 58).
Il volto del Signore che “è buono e grande nell’amore” possa sempre risplendere sul nostro volto.
Serena e santa Domenica.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido