Lectio Divina – Marco 1, 14-20 (traccia)

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Lectio Divina – Marco 1, 14-20 (traccia)

Lectio Divina – Marco 1, 14-20 (traccia)

Regno di Dio e conversione

Suore Ravasco, 20 gennaio 2012

Lectio Divina sul vangelo di Marco 1, 14-20


Lettura del testo

Analisi del testo

Premessa
I primi 20 versetti del vangelo di Marco devono essere considerati un prologo all’intero vangelo.
In questo versetti l’evangelista non intende indicarci i primi episodi della vita di Gesù, ma indicare la prospettiva generale nella quale leggere tutta la storia di Gesù.

Sono tre gli elementi di questa prospettiva.

 

  1. Con Gesù è arrivato il Regno di Dio: occorre prenderne coscienza e convertirsi.
    Questo motivo è iniziato con l’annuncio di Giovanni il Battista (vv. 2-4: un battesimo di conversione) e ora si precisa con l’annuncio di Gesù
  2. Il Messia non si pone al di fuori della storia degli uomini: solidarizza con essa e la assume.
    Entra nel movimento penitenziale del suo popolo (v. 9, si fa battezzare), si lascia coinvolgere nella lotta tra bene e male (v. 13, tentazioni nel deserto)
  3. Fra Gesù e Satana, fra il Regno di Dio e il regno del mondo c’è un contrasto irriducibile. In tal modo il Messia appare insieme solidale separato.
    Nella storia umana si pende tra conformismo e fuga. Il Figlio di Dio indica l’originalità cristiana: partecipazione critica

 

L’annuncio del Regno di Dio
Il brano inizia con due annotazioni.
Una storica: “Dopo che Giovanni fu arrestato” (v. 14), quasi una prefigurazione dello stesso destino di Gesù.
L’altra geografica: “andò nella Galilea” (v. 14), dando molta importanza alla Galilea.
Gesù proviene dalla Galilea, la proclamazione del Regno avviene in Galilea, tutto il quadro dell’attività principale di Gesù è la Galilea, le apparizioni del Risorto avvengono in Galilea: inizio e fine della vita di Gesù si svolgono in Galilea.
Vi troviamo forse un simbolo: la bellezza della Galilea come richiamo alla bellezza del vangelo, in contrasto con Gerusalemme, luogo del dramma e della conclusione dell’antico mondo.

  1. 15: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo”.

Regno di Dio
L’espressione “regno di Dio” affonda le sue radici nell’A.T. e nel giudaismo: indica l’azione regale di Dio, la sua giustizia, il suo intervento salvifico. Esprime l’attesa dei profeti e dell’antico popolo.
L’annuncio di Gesù si colloca sullo sfondo di questa attesa, ma al contempo se ne distacca. Come?

  1. A differenza della speranza ebraica che parlava di futuro, Gesù dice l’era messianica è arrivata: è nelle sue parole e nella sua azione. C’è un tono di gioia e di urgenza.
  2. La proclamazione di Gesù è universale. Egli si rivolge a tutti  e anche a coloro che erano ritenuti esclusi dai beni messianici: i poveri, i piccoli, gli stranieri.

→ L’annuncio di Gesù, pertanto, si innesta sull’antica attesa ma con note di originalità: urgenza, universalità. E il regno si fa presente nella sua persona.

Conversione
La conversione nasce come risposta a un evento e, quindi chiede la fede.
C’è un evento: l’incredibile e sorprendente amore di Dio in Gesù. C’è un cambiamento da realizzare abbracciando questo evento.
Il cambiamento è radicale. Non ammette mezze misure, accomodamenti con il passato. Si tratta di un orientamento globale nuovo circa la vita

I primi quattro discepoli
La chiamata dei primi discepoli ( vv. 16-20) si presenta come esempio concreto di conversione.
Ecco alcune strutture fondamentali di conversione per essere cristiani.

  1. L’iniziativa è di Gesù. L’esistenza cristiana non è tanto una decisione quanto una risposta: l’amore di Dio previene sempre. La grazia precede. Questo elemento è già chiaro nel termine “chiamare” e nella descrizione del racconto. Lo è anche se si pensa ai rabbini dell’epoca: non andavano in cerca dei discepoli perché erano i discepoli che andavano alla ricerca dei rabbini
    Una parola sul “vide”: Quanto uno è ai tuoi occhi, tanto è, e nulla più” (Imitazione di Cristo, III, L, 37).
  2. La chiamata di Gesù ha una nota di urgenza. All’appello si deve rispondere subito. Il termine “subito”.
  3. L’appello di Gesù esige distacco e un distacco radicale.
  4. Il distacco è la condizione per “seguire”. È condizione di libertà per aderire alla volontà di un Altro. Seguire significa percorrere la strada del Maestro, entrare nella sua intimità e nel suo stile di vita.
  5. Gesù non incontra l’uomo nel momento della sua attività religiosa, ma nel concreto della vita.
    Il pescare conduce dalla vita alla morte. Ora dovranno condurre dalla morte alla vita. L’agire umano è trasformato e redento.
  6. L’invito a seguire si traduce nel servire.

→ E’ il termine “seguire” che caratterizza la vita del discepolo, non “imparare”. In primo piano non è la dottrina, ma la persona, il progetto, la vita.

Tempo di silenzio

Dalla Parola alla vita
“andarono dietro a lui”
In questa frase e nell’immagine che ne segue è descritta la vita cristiana e la vita della Chiesa.
La Chiesa è l’insieme di coloro che dal Signore sono stati convocati, che stanno con lui, che portano lui nel mondo. L’immagine tanto bella della celebrazione liturgica.
La vita cristiana è andare dietro al Signore lottando ogni giorno la tentazione di andare davanti a Lui.
“Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura – se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui – paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della libertà? Ed ancora una volta il Papa voleva dire: no! chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dall’esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita” (Omelia di Benedetto XVI, 24.04.2005)